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La stretta monetaria globale mette sotto pressione il commercio internazionale e le insolvenze
- Sullo sfondo della stretta monetaria volta a combattere l'inflazione, si è inevitabilmente accumulata una forte pressione nel sistema bancario. Parte della pressione è venuta improvvisamente in superficie alla fine del 1° trimestre 2023, con risposte tempestive da parte delle varie autorità locali.
- Negli Stati Uniti, la Silicon Valley Bank (SVB), banca da 40 anni al servizio del settore tecnologico, ha riferito l'8 marzo che avrebbe perso oltre 2 miliardi di dollari in azioni, in parte per coprire le perdite obbligazionarie. Ciò ha innescato un ritiro di depositi per un valore di $ 42 miliardi, pari ad un quarto del totale.
- In Europa, i problemi di Credit Suisse sono emersi il 15 marzo, quando la Banca Nazionale Saudita ha escluso ulteriori investimenti nella società. Il prezzo delle azioni è precipitato al livello più basso di sempre, con altre banche europee che hanno subito il colpo. UBS ha acquistato Credit Suisse con uno sconto del 60%, sostenuto da un sostegno di liquidità di CHF 100 miliardi da parte della Banca Nazionale Svizzera.
- Il rischio di una crisi bancaria su larga scala rimane tuttavia minimo, principalmente grazie alla posizione patrimoniale complessiva delle banche diventata più forte a seguito delle riforme normative adottate dopo la crisi finanziaria globale.
- Poiché le banche continuano ad affrontare rischi di calo del prezzo delle azioni e perdite sul bilancio, l’erogazione di capitale sarà limitata, il che implica meno investimenti e crescita economica nel contesto imprenditoriale, nonché meno consumo di beni durevoli. In tale scenario, gli strumenti di mitigazione del rischio, come l'assicurazione del credito, dovrebbero continuare ad essere soluzioni cruciali per sostenere la finanza commerciale.
I prezzi delle azioni delle banche europee e statunitensi sono diminuiti
Base bancaria azionaria, 1998 = 100
Fonte: Macrobond
Variazione del PIL su base annua: crescita inferiore ed elevati rischi di recessione
Fonte: Refinitiv, Datastream, Allianz Research
- Nonostante la domanda non si stia deteriorando ulteriormente, in questa fase non ci sono ancora segni di una ripresa imminente. Anche se l'inflazione sembra aver raggiunto il picco e i cicli di rialzo dei tassi d'interesse dovrebbero finire presto, l'economia reale non ha ancora completamente digerito i loro impatti negativi.
- La domanda globale nel secondo trimestre 2023 indica una performance migliore del previsto trainata principalmente dai servizi (consumer).
- Il settore manifatturiero globale sta ancora affrontando una domanda debole e un eccesso di offerta, con i flussi commerciali delle merci che sono tornati al livello di ottobre 2021.
- Le catene di approvvigionamento globali e i costi di trasporto dei container continuano a normalizzarsi. Le scorte rifornite, l'aumento delle capacità produttive e l'indebolimento della domanda significano che la produzione globale si è complessivamente liberata delle interruzioni della catena di approvvigionamento e delle carenze di input dalla seconda metà del 2022.
- La recessione commerciale continua ad essere prevista con rischi di ribassi per il commercio internazionale ancora consistenti per il 2023 e 2024.
- Il rimbalzo delle insolvenze aziendali sta accelerando: l'Allianz Global Insolvency Index è previsto in salita del +21% nel 2023 e del +4% nel 2024. È probabile che la metà dei paesi superi i livelli di insolvenza pre-pandemia nel 2023 e tre su cinque nel 2024.
- Una minore crescita nel 2023 e nel 2024 avrà un impatto significativo. Si stima che l'Eurozona e gli Stati Uniti avrebbero bisogno di 1,3 punti percentuali e 1,5 punti percentuali di crescita aggiuntiva del PIL in media nel 2023-2024 per stabilizzare il numero di insolvenze. Il numero di insolvenze per le imprese con più di 50 milioni di euro di fatturato è ora leggermente superiore ai livelli pre-pandemia (costruzioni, commercio al dettaglio e servizi i settori più colpiti).
- La pressione prolungata sulla redditività, le riserve di liquidità più deboli e le condizioni finanziarie più restrittive stanno mettendo alla prova la resilienza delle aziende più fragili. La liquidità continua ad essere un obiettivo significativo, ma la gestione del credito è peggiorate secondo gli ultimi dati Allianz.
- Le recenti turbolenze bancarie hanno risvegliato il ricordo del 2008-9, quando la crisi finanziaria ha agito da enorme catalizzatore per le insolvenze. I cinque fattori principali che possono mettere un'azienda in difficoltà sono: i) diminuzione del fatturato, ii) difficoltà di accesso al credito, iii) cambiamenti normativi per le banche, iv) volatilità valutaria e v) interruzioni della catena di approvvigionamento.
Indici di insolvenza di Allianz Trade in aumento, base 100 nel 2019
Fonte: Allianz Research